Ed ecco al mare

Ed ecco al mare un naufrago spogliarsi d’oli
senza lamento in flauto
nel gorgo scaracchiato in cui s’annaspa.
Bea oltraggio a riverite sponde
e farsi participio al soffio d’onda.

Se fosse l’ultima morrei due volte
a chi m’aspetta e a me
che non giacevo a questo male;
d’un sacco di mondezze -se ritorno
farò strame (e sale).
Se sono vivo chiedo a te
di questi affanni e in modo nuovo
prego un dio, pietoso, lo prego,
tra la salsedine di goccia che m’invade
più d’un attimo, un po’ di mare
un po’ di strozzo nella gola
e poca pace. Sto solo morendo
d’una fine che non avrei voluto fare.

E poi di colpo il gelo
quando anche la pece solidifica
e tutte le persone che lasciasti
sono morte, tu affoghi nel rimpianto
ma non affoghi, è questo lo zero
della vita, tutto è fermo ma grida.

Nel coma non ho visto nulla
accade ciò che si vuole che accada.
Dentro il nero sei solo
e tutto si ferma, né vivo
né visto da fuori che vivi.
Proviamo al contrario: io tu famiglia
villaggio città provincia regione
nazione continente pianeta sistema
galassia galassie clusterizzate
settore ramo di convoluzione.
La luce non regge più il tono.
Sono morto di nuovo.



Ora in “Strenue”, 2023, ISBN  979-8856708300, stampa indipendente con Amazon.it (scarica qui il .pdf gratuito)


Nota: questa risulta essere al 13 luglio 2024 la poesia da “Tre Terzetti” preferita dall’intelligenza artificiale ChatGPT 4.0 e Claude 3.5 Sonnet (tarati sull’universo anglofono, giunti ora al livello di maturandi dall’attitudine analitico-compilativa) quale vivida poesia esistenziale di profonda introspezione e notevole senso del ritmo.