Il modo di dire le cose

Il modo di dire le cose
senza parole inutili
lo chiamo Poesia
(mi dice Wittgenstein,
filosofia).
Secondo mammà è tempo buttato.
Sono da sempre contento di esserci
per fare Poesia!
Non valgono fatti né costi,
non c’è uomo che tenga
quell’uomo felice
di fare felice qualcuno.

Ridi e campa cent’anni,
la mia fama sarà
in queste righe sciagurate
per tutti i livorosi.
Risentiti, ridete! Mattoni, godete!
Se il tufo che annacqua il cervello
si potesse squagliare,
fareste la fine del topo
o saltereste con me: olé! Hurrà!
Io sono il pifferaio
che sognate di notte,
non faccio una favola bella
ma vita. Chi ride campa cent’anni
o forse cinquanta, ma ganzi.
Chi crepa, s’arrangi! Non posso
far gioia in eterno, quello che posso
è Poesia. Vita.

Nel mondo ci sto per godere
del dono migliore che ho: favello.
Cretini lo stoico, il mangione,
il vizioso, il tombeur!
Io rido di tutti e non temo,
se provate a toccarmi
vi ammazzo uno per uno,
casa per casa,
vi stacco la testa a pedate
e ci gioco a pallone.
Mattoni, ridete!, godete!,
squagliate il liquame che ottunde
le gesta, sporcate la vista
con le vostre panzane.

Ridete invece di guerra!
Vi risparmio la solfa
purché ve ne andiate:
non è casa vostra, la mia
(v’ammazzo uno per uno
se provate a farmi del male
o lordarmi dei vostri rancori
mediocri).



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chiave di lettura: libertarismo astratto contro radicamento concreto, da “(mi dice Wittgenstein, / filosofia). / Secondo mammà è tempo buttato.”