La mia lunga assuefazione

La mia lunga assuefazione all’assenza
infine diventata assenza
ha poi reso indistinguibile il resto
la forma del corpo nel campo dato
altrettanto importante al tempo
da farsi in un istante causa esatta.

Di nuovo fuori, di nuovo per acqua
il grido qualcosa ha smosso
e son tornato a sentire dolore
a forza, prima la testa e poi tutto il resto.
Non credo d’aver fatto da solo, non credo
qualcuno ha donato il sangue al mio corpo
per un ruolo che non ho mai vissuto.

Di nuovo a casa. Dove picchia il sole
le forze naturali della vita
semplificano quel che sono
i bisticci per motivi economici
o forse l’altrettanto naturale spinta
al gesto che qui non trovo. Ripartirà
un altro simile a me, nei suoi occhi
la noia e la rassegnazione del dovere
la necessità del moto. Capisco.

Omino del mare io ti riaffido
in nome delle stelle del mio cielo
la terra generatrice di mostri
gli stessi che porti sul cuore nero
delle pestilenze che già vivesti
da quando il toro bianco mi prese
esposta come mai al grande blu
promettendo un amore duraturo
battuto e fiero in ogni tempo nuovo.



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Chiave di lettura: il mito di Europa nella quarta stanza, che rende focale il tema della migrazione.